martedì 22 marzo 2011

Mi è semblato di vedele un gatto!

Titti farebbe meglio a temere Silvestro!
L'American Bird Conservancy stima che ogni anno, negli Usa, siano circa 500 milioni gli uccelli vittima del felino. In Italia la cifra si aggira sui 26 milioni.

domenica 20 marzo 2011

GARIBALDI: PRIMO ANIMALISTA ITALIANO



Ricevo dall'ENPA di Monza: GARIBALDI: PRIMO ANIMALISTA ITALIANO

Tutti sicuramente sanno che in questi giorni si celebrano i 150 anni dell’unità d’Italia. Pochissimi sanno invece che il principale artefice di tale unità, Giuseppe Garibaldi, ha fondato esattamente 140 anni fa a Torino la prima società per la protezione degli animali da cui discende in linea diretta l’ENPA attuale. Il nostro ente è pertanto la più antica e conosciuta associazione protezionistica d'Italia

Durante uno dei suoi lunghi soggiorni sull'isola di Caprera, Garibaldi ricevette da Anna Winter, contessa di Sutherland, la proposta di unirsi ad un movimento animalista italiano e di creare un ente addetto alla protezione degli animali. Nella seconda metà dell'800 proprio nell'Inghilterra Vittoriana erano nate le prime associazioni a difesa degli animali

Profondamente colpito dalle terribili condizioni in cui erano costretti a lavorare gli animali addetti al tiro pesante dei carri, al giro delle macine e al lavoro nelle miniere, Garibaldi decise di rivolgersi ad un suo fidato amico e medico personale Timoteo Riboli, un uomo di studi che adorava talmente tanto il suo cane da dedicargli versi poetici. Con una nota datata primo aprile 1871, spedita da Caprera al suo dottore, Garibaldi dispose la fondazione della Società Torinese Protettrice degli Animali “contro i mali trattamenti che subiscono dai guardiani e dai conducenti. Nasceva così la Società Reale per la Protezione degli Animali, con un ufficio provvisorio a Torino, al primo piano del n. 29 di via Accademia Albertina. Primi presidenti onorari furono lo stesso Garibaldi e Lady Anna Winter.

Il grande amore di Garibaldi per gli animali continuò per tutta la sua vita ed in special modo nei lunghi periodi passati a Caprera. Lì si contornò di capre, pecore e di quattro asinelli. La sua preferita fu però sempre la cavalla Marsala, donatagli dai siciliani e che lo accompagnò in tutta la risalita fino a Teano. L’amava talmente tanto che già all’epoca, alla morte dell’animale, fece realizzare una tomba con lapide ed epitaffio

Durante tutta la sua vita Garibaldi si cibò raramente di carne (il suo alimento preferito era pane, formaggio con le olive o con le fave). Negli ultimi anni divenne vegetariano.

Garibaldi e la sua cavalla Marsala (dipinto di A. Martelli - Museo del Risorgimento, Milano)