sabato 3 novembre 2012

Buono da mangiare

Il mio amico Antonio pubblica su facebook un appello riguardante una "festa" dove si consuma carne di gatto. Inutile dire che condivido la sua indignazione per come vengono macellate le povere bestiole. E che mai e poi mai banchetterei con carne felina.
Antonio è da anni vegetariano, io sono una quasi-vegetariana, nel senso che di carne ne mangio, per scelta salutistica ed etica,  pochissima. Carne di manzo, coniglio, pollo, cavallo o maiale, beninteso. Ho mangiato insetti (in Messico) e serpenti (Malesia). Carne felina, nemmeno voglio pensarci. Perchè?

Marvin Harris (1927 – 2001), che fu direttore del Dipartimento di Antropologia della Columbia University, ha pubblicato una ventina d'anni fa un interessante libro, Buono da mangiare, dove discute i tabù alimentari. In estrema sintesi, la scelta di ciò che è buono sarebbe fortemente condizionata da fattori economici, religiosi e ambientali. Ciò che determina il "buono" ed il "lecito" è il bilancio costi-benefici nella produzione dell’alimento stesso. La vacca sacra è, per esempio, un efficace spazzino e produce latticini, oltre a fornire la forza che muove gli aratri. E' dunque un animale essenziale per l’economia della zona. Ecco perché non viene mangiata, e perché esistono anche "pensionati" per vacche sacre anziane!


Gli americani ( e gli Inglesi) inorridiscono per il consumo europeo di carne di cavallo. La passione per i Francesi verso le lumache è altrettanto inspiegabile, per loro.
Inoltre, per ogni civiltà, mangiare un pet è tabù: per noi cavalli e conigli non sono pet , per gli Americani sì. Tutti gli Occidentali inorridiscono per la consuetudine cinese al consumo di cani, e sono perplessi anche dal fatto che in Australia canguri e coccodrilli sono serviti a tavola.
Si affiancano a questi tabù i divieti religiosi. Il maiale non è adatto all’ambiente arido e al clima del Medio Oriente; per essere allevato, poi,  dovrebbe nutrirsi degli stessi cibi dell’uomo e diventare, così, un suo competitore. Invece, bovini, ovini e caprini si cibano di erbe e fogliame del tutto non adatti all’alimentazione umana: non sono nostri competitori, sono economicamente vantaggiosi in termini di bilancio costi-benefici. Da qui il divieto.
Il libro è una lettura a mio avviso fondamentale. Il capitolo sul latte e l'intolleranza al lattosio è avvincente.

1 commento:

Francesca Mei ha detto...

Terribile pensare di poter mangiare carne di gatto,anche se anche in italia,in certe famiglie sò che si faceva.Io trovo orribile anche mangiare cavalli o conigli in effetti.comunque questo libro è sicuramente molto interessante.
Anche io mi ritengo quasi vegetariana perchè mangio il pesce anche se ho eliminato la carne.