giovedì 30 luglio 2009

CA(R)T

Di ritorno dalla Biennale di Venezia (e da tutte le mostre di arte moderna che ci è stato possibile vedere in tre giorni) ecco qualche foto di gatti veneziani.
Il gatto del padiglione tedesco ai Giardini, che troneggiava come un gatto del Cheshire sull'infinita cucina di legno presentata da Liam Gillick, dovrebbe essere un gatto parlante.




Gillick has transferred his own daily working environment – his kitchen used as an improvised studio – to the German Pavilion. Sitting for months in his kitchen with his son’s cat he considered the question “Who speaks? To whom and with what authority?” while the cat tried to disrupt his work.
...
For the final work Gillick – with his studio team in Berlin led by Thomas Huesmann – has created an animatronic cat that sits on top of one of the kitchen cabinets. The cat fights against the echo in the building and tells us a circular story of misrepresentation, misunderstanding and desire.

With this in mind the pavilion becomes a site for a self-conscious circling story that never ends. The cat is in the kitchen, the children are in the kitchen.

“I don’t like it,” the boy will say.
“I don’t like it,” the girl will say.
“I don’t like you,” the cat will think.




Il lavoro di Gillick non è stato esattamente tra le cose che ci sono piaciute di più della Biennale. Uno dei nostri preferiti è stato il cinese Chun Yun all'Arsenale, con la sua Constellation n.3, una meraviglia di led - purtroppo poco apprezzabili nella foto - di elettrodomestici in stand-by:


Altri gatti veneziani: quello ritratto in un negozio di souvenir e quello che miagolava su un muretto del campiello dove sono apparecchiati i tavoli dell'Ostaria Do Farai.



Altri gatti che non abbiamo fotografato regnavano nel giardino di Palazzo Zenobio: un tigrato rosso ed una pantera nera.
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domenica 26 luglio 2009

RONDE ANTIABBANDONO

copio da PRONTOFIDO:

Da sabato 25 luglio se vedete un animale abbandonato in autostrada inviate immediatamente un sms al 334 1051030 fornendo tutte le informazioni necessarie: l'autostrada, il km e la direzione di marcia. I messaggi saranno inoltrati subito alle ronde antiabbandono che provvederanno ad intervenire per il recupero. Maggiori dettagli saranno inviati dagli automobilisti più facile sarà intervenire e salvare gli animali!




Dal sito ENPA invece le regole da seguire se si trova un animale in un luogo che non sia l'autostrada:

a) Cercare di trattenere il cane per impedirne l’allontanamento e contattare il Comando di Polizia Municipale (o il Comando dei Carabinieri, qualora non fossero reperibili i vigili) del Comune in cui l’animale è stato trovato. Le Forze dell’Ordine hanno l’obbligo di richiedere l’intervento del servizio d’accalappiamento il quale, a sua volta, deve essere reperibile 24 ore su 24 anche nei giorni festivi e, per contratto, deve recarsi sul posto e recuperare l’animale entro 20 minuti dalla chiamata. Il cane accalappiato viene consegnato al canile sanitario competente per territorio, dove è probabile che il legittimo proprietario si rechi a cercarlo, in caso di animale smarrito. Chiedere in ogni caso di quale canile si tratta.
b) Preoccuparsi in ogni caso della sorte del cane, telefonando dopo qualche giorno al canile competente per avere sue notizie, se è stato riscattato o se si trova ancora lì.


L'elenco delle sedi ENPA italiane è all'home page del loro sito: clicca sull'ultimo link, sedi.
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giovedì 23 luglio 2009

Bubino's memorial

E' un anno che il nostro Bubino, il nostro gattone goffo, se n'è andato nel bosco. Nessuno mi sveglia più con quelle fusa insistenti da gatto affamato, con quella sfacciataggine che gli faceva risalire il letto fino al cuscino. Niente più pappa in ciotola separata e niente più sorveglianza speciale per l'ingordo che finiva sempre per primo per avventarsi poi a spodestare le ciotole della vecchia Patata e del lento Bonbon:





martedì 21 luglio 2009

Dewey

In Dewey: The Small-Town Library Cat Who Touched the World (Io e Dewey nell'edizione italiana), la bibliotecaria di Spencer (Iowa) Vicki Myron racconta la storia di un micetto infilato nella cassetta delle lettere della biblioteca in una gelida notte d'inverno. Lo chiama Dewey perchè, com'è noto, il "Dewey Decimal System of Classification" è il sistema di catalogazione usato dalla maggior parte delle Biblioteche nel mondo. Il gattino diventa la mascotte della biblioteca ed il beniamino dell’intera città.


E' un po' che ho letto questo commovente libro e non so come non ne abbia ancora parlato qui. Ma ho appena finito Il dilemma dell'onnivoro di Michael Pollan e la descrizione della crisi economica dell'Iowa in seguito alla rivoluzione agricola dell'amministrazione Nixon mi ha fatto ricordare la storia di Spencer e del suo gatto.
Il gatto Dewey è su facebook.
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domenica 12 luglio 2009

Una settimana faticosa

... quella di Bonbon:


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J'veux pas oublier mon chat

Un libro che devo cercare:



Io non me lo ricordo il nome del mio primo gatto. Ma credo di avere una foto, da qualche parte.
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venerdì 10 luglio 2009

Jacko

Tutti in famiglia abbiamo amato Michael Jackson. Nel video di Remember the time c'erano parecchi gatti. Ed anche in quello - strepitoso - di Billie Jean.
I video di Jacko non si possono scaricare nè si può fare l'embedding. Allora abbiamo fatto un collage dei gatti di Billie Jean:


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giovedì 9 luglio 2009

Gatti rossi

C'è un mondo a parte nell'universo felino, quello dei gatti rossi:


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mercoledì 8 luglio 2009

Ancora film: un altro gatto senza nome

Dopo un mortale incidente occorso ad un cavallo durante le riprese di Jesse James (un film del 1939 con Tyrone Power) vennero fissate rigide regole per garantire gli animali che lavorano nell'industria cinematografica e televisiva.
Esisteva anche, fino al 1986 quando il premio fu cancellato per mancanza di fondi, il PATSY (Picture Animal Top Star of the Year) Awards, l'equivalente degli Oscar per gli animali. Il premio, destinato agli animali che recitavano al cinema o in TV, fu istituito dall'Hollywood's office of the American Humane Association ed assegnato dal 1951 al 1986.
Quattro le categorie: cani, cavalli, animali selvatici e un quarto gruppo che riuniva corvi, capre, gatti e così via. Il primo PATSY fu assegnato al mulo Francis per il celeberrimo film Francis il mulo parlante del 1951. Un altro pluripremiato è stato il tabby rosso di Colazione da Tiffany, definito dalla Hepburn poor slob without a name (*). Il gattone si chiamava, in realtà, Orangey.



(*) un povero pigrone senza nome

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lunedì 6 luglio 2009

Coraline e il gatto senza nome

Ieri sera finalmente abbiamo visto Coraline, dal libro di Neil Gaiman.
Animazione bellissima di Henry Selick (stop motion filmata in 3D stereoscopico), personaggi costruiti a mano, uno stile strepitoso.
Non raccontiamo molto della trama per non togliere la sorpresa e ci limitiamo al personaggio del Gatto Nero, che vedete nella foto qui sotto (Credit: ©2008 LAIKA, Inc.). E' un gatto senza nome, ma è lui stesso a dire che non ne ha bisogno.



Sa parlare, sì, ma solo nell'"Altro mondo", ed è l'unico che lì non ha un suo doppio. Un gatto che aiuterà Coraline e che dichiara di non sopportare i topi. Non ha l'aspetto di un micetto paffuto, ma piuttosto quello di un randagio magro. E se all'inizio pare inquietante, lui e quello strano Wybie al quale si accompagna, alla fine si rivelerà un prezioso amico per Coraline.
Cercando in rete qualche immagine del Gatto Senza Nome, scopriamo che in inglese ci sono due aggettivi per indicare i gatti senza padrone:

Feral - A feral cat is an unowned and untamed domestic cat. Feral cats are born in the wild or may be abandoned or lost pets that have reverted to a wild. They should not be confused with the wildcat which are a separate species from the domestic cat.

Stray -A stray cat (or alley cat), though unowned, still exhibits temperament similar to that of a pet. Strictly defined, feral cats live without direct human contact, although in popular usage, these terms are sometimes used interchangeably.

Wybie definisce "feral" il Gatto Senza Nome. Ed ecco il trailer del film:



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venerdì 3 luglio 2009

TANGO!

Una signora inglese perde Tango, il suo gatto, e dopo qualche ora lo vede in TV!


Ecco la sua storia riportata dal daily mail:

Tango had been missing for some hours, having made his way from Mrs Ellery's home to the Treviglas Community College in Newquay, Cornwall, where she works as a dinner lady and where her children Josh, 16, and Katie, 15, are pupils.
Just after 10pm last Thursday, 39-year- old Mrs Ellery was settling down in front of the TV and wondering about Tango's whereabouts.
She said: 'My friend phoned me to say, "Have you seen your cat on the telly?" And there he was.
'It's lovely - he's a mischievous cat anyway and because we live so close to the school he's often in the school grounds.'
Tango, who returned to his owner that night, has since become something of a celebrity. Mrs Ellery said: 'I've even been asked for his paw-tograph.'



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giovedì 2 luglio 2009

Il gatto dell’Anticrimine

Amo Fred Vargas e i gatti delle sue storie:

Il gatto si spostava all'interno dell'Anticrimine da un punto sicuro all'altro, da un ginocchio all'altro, dalla scrivania di un brigadiere alla sedia di un tenente, come si attraversa un torrente saltando sulle pietre, senza bagnarsi i piedi. Aveva esordito nella vita, grosso come una mano, seguendo Camille per strada, aveva continuato sotto la protezione di Adrien Danglard, che era stato costretto a sistemarlo all'Anticrimine. Perché il gatto era incapace di cavarsela da solo, totalmente privo di quell'autonomia un po' sprezzante che costituisce la nobiltà del felino. E benché maschio non castrato, era l'incarnazione stessa della dipendenza e del sonno permanente. Palla, cosí l'aveva chiamato Danglard quando l'aveva preso con sé, era agli antipodi dell'animale totem di una squadra di poliziotti. Gestivano a turno quella massa di peli, di mollezza e di paura che esigeva di essere accompagnata da qualcuno per andare a mangiare, bere o pisciare. E aveva addirittura delle preferenze, in cima alle quali c'era nettamente Retancourt. Palla passava gran parte della giornata a due passi dalla sua scrivania, sdraiato sul coperchio tiepido di una delle fotocopiatrici, che non si poteva piú utilizzare per non infliggere alla bestia uno choc mortale. In assenza della donna che amava, Palla rifluiva verso Danglard, poi, in ordine variabile, verso Justin, Froissy e, curiosamente, Noël. Danglard si reputava fortunato quando il gatto accettava di percorrere da solo i venti metri che lo separavano dalla ciotola. Una volta su tre dichiarava forfait e crollava sdraiato sulla schiena, sicché si doveva trasportarlo fino ai luoghi di alimentazione e defecazione, nella stanza del distributore di bibite. Quel giovedí Danglard teneva sotto il braccio Palla, come uno straccio pendulo, quando chiamò Brézillon, che cercava Adamsberg. Danglard bevve due sorsi di bianco e fece un cenno negativo al gatto. Era evidente che Palla aveva un'indole alcolica, da tenere d'occhio. Le sue uniche pulsioni di spostamento autonomo avevano lo scopo di cercare i nascondigli personali di Danglard. Recentemente aveva scoperto quello sotto la caldaia, in cantina. Il che dimostrava che Palla non era per niente quell'imbecille che tutti credevano, e aveva un fiuto eccezionale. Ma Danglard non poteva informare nessuno di quel genere di prodezza.

(Da Nei boschi eterni, Einaudi Editore)

Il gatto Palla ricompare ne Un luogo incerto, spalmato sulla fotocopiatrice. Conoscerà il puzzolente Cupido. E la gatta di Lucio partorirà a fatica dei gattini: sarà Adamsberg, il nostro eroe, a far nascere Charme, una gattina che segna il punto di svolta nell’inchiesta del Commissario.
391 pagine, finito in due giorni.
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mercoledì 1 luglio 2009

Bon-bon e il kéfir

Bon-bon non ama il latte ma adora lo yogourt.
Ieri ho provato a dargli il kéfir preparato da me: lo ha leccato golosamente!
Il kéfir si ottiene dalla fermentazione del latte al quale si aggiungono i granuli di un polisaccaride chiamato kefiran (fatto di colonie di batteri e lieviti in associazione simbiotica).


Si tratta -dice Wikipedia - di una fermentazione prevalentemente lattica, ma in parte anche alcolica (cioè i lieviti trasformano lo zucchero - il lattosio - in alcool e in anidride carbonica).
Una mia collega mi ha regalato i granuli che ho aggiunto al latte freddo. Ho lasciato fermentare per 48 ore mescolando di tanto in tanto. Ho filtrato da un colino e recuperato i granuli, pronti per un'altra produzione. Il kéfir ha un gusto piuttosto acido. L'ho provato con la marmellata di prugne Regina Claudia, ma devo sperimentarlo con aglio e menta, come uno tzàziki.
Invece Bon-bon l'ha apprezzato nature.
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