giovedì 24 luglio 2008

**** vacanze ****

dal diario di Bon-Bon (2)

Forse si parte per la montagna. La vita di noi micioni lì cambia radicalmente. Bosco, prati, caccia ai topi. Liti furibonde con i gatti del vicinato. La mamma lascia aperto un finestrino minuscolo dietro la stufa ed io da lì posso saltare giù su una tettoia e filarmela anche di notte. Il Gemello Siamese non è capace di risalire sulla tettoia, perché è goffo. Di solito si limita ad appollaiarsi sul davanzale guardando fuori con aria invidiosa. Spesso ce ne stiamo in giro tutta la notte. Abbiamo le nostre tane nel bosco. Anche la Potti esce per cacciare – è davvero un’acchiappatopi strepitosa – ma l’età l’ha resa meno vagabonda. Ogni tanto incontriamo la mamma nel bosco che spacca legna per la caldaietta e per il camino, che a noi micioni piace tanto. In questa foto vintage si vedono le nostre montagne. Sullo sfondo c’è il Monte Disgrazia con il suo ghiacciaio, che adesso è ahimé piuttosto ridotto, e in basso si vede l’impetuoso torrente Màllero. In primo piano sulla sinistra c'è il Monte Senevedo. La mamma alla sera guarda i cervi che attraversano una radura alta visibile dalla nostra finestra. Un posto meraviglioso.

(2-continua)

**** incontri ****

mi chiedo come si comporterebbero i tre micioni con questa amabile volpina...



lunedì 21 luglio 2008

**** per klaus che è andato nel bosco ****

La bimba di una mia amica diceva, per dire che qualcuno se n'era andato per sempre, che era andato nel bosco.
Oggi Klaus è andato nel bosco.

domenica 20 luglio 2008

**** Zorba ****

Vi ricordate della Gabbianella e del Gatto che le insegnò a volare?



Ho letto che ora Zorba il gatto riposa ai piedi di un ippocastano, in Baviera. I figli di Sepùlveda hanno scritto su una lapide di legno :
Zorba - Amburgo 1984 - Vilsheim 1996
pellegrino
qui giace il più nobile dei gatti
ascolta le sue fusa

sabato 19 luglio 2008

dalla Biografia Autorizzata etc. 2

Il Siamese si guadagnò una serie di nomi che ne svelavano fatalmente i difetti. Ma uno su tutti lo definiva: il Gordo. Il suo peso specifico era quello del piombo. Volendo sollevarlo per la collottola, due fatti apparivano evidenti, la taurinità massiccia del collo e il peso esagerato. A siffatte peculiarità, per alcuni pregevoli, il Gordo contrapponeva poi pecche imperdonabili. Era goffo, scarsamente elastico. Salire agilmente sugli armadi o sui ripiani della libreria per sottrarre reperti botanici o malacologici era per lui talmente arduo che ci rinunciò quasi subito. Riusciva solo, ungolando tutti i possibili appigli, a salire sul letto a soppalco dal quale però la discesa era faticosa e segnalata poi dal sordo tonfo dell’atterraggio.
Goffo, dannoso e ingordo. Ecco chi era il terzo acquisto della casa.

(2-continua)

venerdì 18 luglio 2008

**** gatti che parlano e ridono ****

-No, questo è troppo! – ripeté Hoshino.
- Troppo? E perché, caro Hoshino? – disse il gatto nero con una certa stanchezza. Aveva una faccia larga e tonda, e sembrava piuttosto anziano.

Toro è un altro dei gatti parlanti di Kafka sulla spiaggia. Con il termine toro si indica un ingrediente del sushi: la ventresca grassa e rosata del tonno di cui rappresenta la parte migliore, come recita il glossario in fondo al libro.
Il gatto Toro non solo parla. Qualche riga più avanti, scoppia perfino in una risata.

**** animali abbandonati ****

Dal sito della Stampa dedicato agli animali copio il vademecum:

La legge 281 obbliga ogni comune a prelevare i cani abbandonati e a curarli vietandone la soppressione. Ma fate conto che siete a un bivio: avete la strada del soccorso oppure quella della denuncia se siete testimoni dell’abbandono, reato punito con la reclusione fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro. In questo caso: prendete subito il numero di targa e fate querela.

Altrimenti, cosa fare per prestare aiuto al povero animale?
1) chiamatelo a voi: accucciatevi e fate il necessario per infondergli fiducia
2) toglietelo dalla situazione a rischio sviandolo verso un’area sicura
3) evitate movimenti a scatti: ricordatevi che l’animale ha bisogno dei suoi tempi
4) non abbiate fretta ma portate pazienza nel conquistarlo: potranno anche passare delle mezz’ore per superare la sua diffidenza
5) parlategli con calma
6) non rincorretelo; scappando potrebbe finire sotto una macchina o farsi male in altro modo
7) offrirgli dell’acqua e del cibo è una mossa il più delle volte vincente
8 ) chiamate aiuto; rivolgetevi al personale competente tenendo d’occhio il cane evitando che vi si avventi contro.

Se poi il cane è ferito, aggressivo o impaurito, potete prestargli soccorso in 3 mosse:
1) l’avete avvistato lungo la rete autostradale? Inviate un sms al numero 3341051030. È la linea telefonica “Prontofido” di pronto intervento per animali smarriti. I messaggi di richiesta saranno inoltrati al Centro Operativo della Polizia Stradale più vicino. Specificate: località, provincia, direzione di marcia, ora avvistamento ed eventuali segni particolari del quattro zampe. Oppure rivolgetevi alle ronde antiabbandono (tel. 3478883546): 400 i volontari dell’AIDAA impegnati a presidiare oltre 300 tra autogrill, piazzole di sosta e caselli di ingresso ed uscita delle maggiori autostrade, tangenziali e strade statali italiane con lo scopo di combattere l'abbandono dei cani nel periodo di maggior esodo per le vacanze.
2) l’avete avvistato sotto casa vostra? O comunque non in autostrada? Telefonate alle forze dell’ordine: ai Carabinieri al 112 o ai Vigili del comune di competenza che sono obbligati a intervenire dal regolamento di Polizia Veterinaria.
3) è ferito? Dovete sperare di trovarlo nelle ore di ufficio e chiamare l’ANMVI, associazione nazionale medici veterinari italiani (tel. 0372460440), per chiedere informazione su un qualsiasi veterinario in zona.

**** RANDAGIO LIFESTYLE ****

Ho aggiunto, con il permesso di Ombretta che ringrazio moltissimo, logo e link di Randagio Lifestyle.

giovedì 17 luglio 2008

**** Cheshire Cat ****

Il Cheshire Cat, lo Stregatto nella versione disneyana, è nato dalla penna di Lewis Carroll. E' indubbiamente un gatto filosofo.

Alice - “Puoi dirmi, per favore, da che parte posso andarmene da qui?
Il Gatto - Tutto dipende da dove vuoi andare.
Alice - Non mi importa molto dove...
Il Gatto - Allora non importa da che parte vai...
Alice - ... purché arrivi da qualche parte.
Il Gatto - Oh, là ci arriverai di certo, se cammini abbastanza.”

Would you tell me, please, which way I ought to go from here?
That depends a good deal on where you want to get to.
I don’t much care where . . . Then it does not matter which way you go...
... so long as I get somewhere.
Oh, you’re sure to do that, if you only walk long enough.

Su Wikipedia, in italiano o in inglese le ipotesi sulle origini di questo felino evanescente. Da youtube, invece, un indimenticabile Stregatto:

dalla Biografia Autorizzata Di Una Gatta Bianca e Nera

La Potti non riusciva a capacitarsi di come quei due deficienti si fossero installati in casa. Il Tigrato Marrone era arrivato in autunno da una montagna dei dintorni. Era vissuto in una fattoria del Triangolo Lariano, nome che alla Potti suonava malefico come quello delle Bermuda. Odore di pericolo e catastrofe. E tanfo di maiali e pollaio, che il piccoletto emanava da quel pelame corto e ruvido. Poi, dopo qualche anno, era comparso il Siamese. Magro, stremato, sembrava agli sgoccioli. Il Grigio, suo fratello, aveva fatto le valigie quasi subito, ma il Siamese era rimasto. Da piccolo che era, a forza di rubare cibo si era trasformato in gatto massiccio, infido e pericoloso. Psicopatico anche. Si piazzava sul letto della Mamma e si ciucciava tra rumori ripugnanti finchè non gli veniva presentata la ciotola.
La Potti era disgustata da quel gattaccio con pretese di pedigree. Aveva notato certe striature scure sulle cosce potenti del Siamese, un eccesso di nero su muso e zampe che svelavano le origini bastarde del soggetto. Altro che Oriente. Boschi della bergamasca.

(continua)

mercoledì 16 luglio 2008

dalle Memorie di Bubino 2

Un gattino abbandonato, vi dicevo. Insieme a un fratellino grigio, chiamato Gandalf. Per me non c'è stato subito un nome: ero il siamese.
Poi hanno cercato di rifilarmi a Galdino, un enigmista (*) del varesotto al quale devo il mio primo nome. Alla fine mi hanno tenuto e ribattezzato Bubino, anche se al concorso Ikea mi hanno iscritto come Galdus. Faceva moooolto più figo.

(*) ne riparleremo
(fine della seconda puntata)


**** pelo di gatto ****

Combatto la mia quotidiana battaglia contro il pelo di gatto. Bon-Bon adora farsi spazzolare, Bubino un po' meno ma Potti non ne vuol sapere! Allora mi armo pazientemente di spazzole del tipo velluto&velcro e di spazzole adesive, di aspirapolvere e mini-aspirapolvere per tappeti, divani e cuscini.
Ieri da Mediaworld ho visto la pubblicità dell'aspirapolvere Dyson che decantava l'efficacia del prodotto contro il pelo dei pet. Sarà vero?

dalle Memorie di Bubino


Prima del Concorso IKEA, prima di fare la star con la poltrona Tullsta (potevo scegliere qualcosa di diverso da una poltrona?) sono stato un gattino abbandonato. Ecco la cartolina dell'Operazione Gemellaggio: Galdus, milanese d'adozione, gatto part-time, 1 anno.
Era il 2007.

**** i nomi dei gatti ****

T. S. Eliot ha scritto il meraviglioso Old Possum's Book of Practical Cats, tradotto come Il libro dei gatti tuttofare. Il testo completo è qui.
I primi versi sono dedicati ai nomi dei gatti, che sono tre:

The Naming of Cats is a difficult matter,
It isn't just one of your holiday games;
You may think at first I'm as mad as a hatter
When I tell you, a cat must have THREE DIFFERENT NAMES.

Il primo è quello che la famiglia usa di solito:

First of all, there's the name that the family use daily,
Such as Peter, Augustus, Alonzo or James,
Such as Victor or Jonathan, or George or Bill Bailey -
… Plato, Admetus, Electra, Demeter ...

Ma un gatto ha bisogno anche di un nome speciale, più dignitoso, che gli consenta di mantenere dritta la coda e di mostrare i baffoni:

But I tell you, a cat needs a name that's particular,
A name that's peculiar, and more dignified,
Else how can he keep up his tail perpendicular,
Or spread out his whiskers, or cherish his pride?

C’è ancora un nome, che solo il gatto conosce e che non vi dirà mai. Quando vedete il vostro gatto in profonda meditazione, ecco, sta pensando al suo nome segreto:

But above and beyond there's still one name left over,
And that is the name that you never will guess;
The name that no human research can discover -
But THE CAT HIMSELF KNOWS, and will never confess.
When you notice a cat in profound meditation,
The reason, I tell you, is always the same:
His mind is engaged in a rapt contemplation
Of the thought, of the thought, of the thought of his name:
His ineffable effable
Effanineffable
Deep and inscrutable singular Name.

martedì 15 luglio 2008

**** altri gatti parlanti ****

Una quantità di gatti parlanti conversano in Kafka sulla spiaggia, di Murakami Haruki: Otsuka, Mimì, Goma

Il vecchio Nakata, che ha il dono di capire il linguaggio felino, sapeva bene di non potersi aspettare una comunicazione perfetta con i gatti. Si trattava pur sempre di un dialogo tra due specie diverse, uomini e felini, ed era improbabile che ci si potesse capire a vicenda senza la minima difficoltà.


Ma non crediate che sia uguale con tutti i micioni!

Tra i vari tipi di gatto, per qualche inesplicabile ragione i marroni tigrati erano quelli con cui a Nakata capitava più frequentamente di non trovarsi sulla stessa lunghezza d'onda. Con i gatti neri di solito si intendeva bene. I siamesi poi erano quelli con cui comunicava meglio, ma purtroppo non capitava spesso, girando per la città, di imbattersi in siamesi randagi. I siamesi di solito venivano allevati in casa con molte premure. Invece, chissà perché, tra i randagi i tigrati erano i più numerosi.
La scheda di Kafka sulla spiaggia sul sito Einaudi

**** sono una gattabbestia ****

La Storia è piena di gatti parlanti. Il più famoso è il Gatto con gli stivali, ma non l’unico. Il gatto Ippopotamo (o Begemot , Бегемот in russo) che ne Il Maestro e Margherita di Bulgakov accompagna il mago Woland non solo cammina ritto sulle zampe posteriori, ma parla! Di più! Biascica, strascica, stridula!

"Io, io," biascicava il gatto "lo darò io il segnale"
"Dàllo!" rispose nel buio Korov'ev.
"Ballo!" urlò stridula la voce del gatto, e Margherita diede un grido e chiuse gli occhi per qualche istante.

dal diario di Bon-Bon

Oggi la mamma è arrivata dal super con quattro borsoni pieni e da uno di essi arrivavano segnali inequivocabili: presenza di crocchette. Cartoccio verde metallizzato e gusto pesce azzurro, una meraviglia concentrata. La mamma se n’è andata di là un attimo e io avevo già sforacchiato il sacchetto. E’ tornata e mi ha beccato. Mi ha urlato di sparire e io ho infilato la gattaiola. Sono rientrato subito però. Ero attratto irresistibilmente da quel profumo, e poi la mamma si lascia sempre intenerire quando la guardo e le dico: Sono maaaaaaaagro… maaaaaagro…


Bon-Bon

Io sono Bon-Bon, un ladro di crocchette. Sono un gatto di montagna: arrivo dal Cornizzolo, una montagna del lecchese. Ho cinque anni e secondo il mio veterinario sono un Gatto Perfetto.

Io invece sono Bubino

Io invece sono Bubino. Non ho solo questo nome: come tutti i gatti, ne ho tanti. Per esempio, qualche volta mi chiamano Galdus. E’ il nome con cui sono famoso per aver vinto un premio al concorso IKEA. Ho due anni ma sono già il doppio della Potti.

Comincio io: sono la Potti



Io sono la Potti. Ho dieci anni e sono bianca e nera. Sul frigo, in cucina, ho una foto di Socks, il gatto di Bill e Hillary. Potete vedere questo gatto presidenziale qui.