giovedì 2 luglio 2009

Il gatto dell’Anticrimine

Amo Fred Vargas e i gatti delle sue storie:

Il gatto si spostava all'interno dell'Anticrimine da un punto sicuro all'altro, da un ginocchio all'altro, dalla scrivania di un brigadiere alla sedia di un tenente, come si attraversa un torrente saltando sulle pietre, senza bagnarsi i piedi. Aveva esordito nella vita, grosso come una mano, seguendo Camille per strada, aveva continuato sotto la protezione di Adrien Danglard, che era stato costretto a sistemarlo all'Anticrimine. Perché il gatto era incapace di cavarsela da solo, totalmente privo di quell'autonomia un po' sprezzante che costituisce la nobiltà del felino. E benché maschio non castrato, era l'incarnazione stessa della dipendenza e del sonno permanente. Palla, cosí l'aveva chiamato Danglard quando l'aveva preso con sé, era agli antipodi dell'animale totem di una squadra di poliziotti. Gestivano a turno quella massa di peli, di mollezza e di paura che esigeva di essere accompagnata da qualcuno per andare a mangiare, bere o pisciare. E aveva addirittura delle preferenze, in cima alle quali c'era nettamente Retancourt. Palla passava gran parte della giornata a due passi dalla sua scrivania, sdraiato sul coperchio tiepido di una delle fotocopiatrici, che non si poteva piú utilizzare per non infliggere alla bestia uno choc mortale. In assenza della donna che amava, Palla rifluiva verso Danglard, poi, in ordine variabile, verso Justin, Froissy e, curiosamente, Noël. Danglard si reputava fortunato quando il gatto accettava di percorrere da solo i venti metri che lo separavano dalla ciotola. Una volta su tre dichiarava forfait e crollava sdraiato sulla schiena, sicché si doveva trasportarlo fino ai luoghi di alimentazione e defecazione, nella stanza del distributore di bibite. Quel giovedí Danglard teneva sotto il braccio Palla, come uno straccio pendulo, quando chiamò Brézillon, che cercava Adamsberg. Danglard bevve due sorsi di bianco e fece un cenno negativo al gatto. Era evidente che Palla aveva un'indole alcolica, da tenere d'occhio. Le sue uniche pulsioni di spostamento autonomo avevano lo scopo di cercare i nascondigli personali di Danglard. Recentemente aveva scoperto quello sotto la caldaia, in cantina. Il che dimostrava che Palla non era per niente quell'imbecille che tutti credevano, e aveva un fiuto eccezionale. Ma Danglard non poteva informare nessuno di quel genere di prodezza.

(Da Nei boschi eterni, Einaudi Editore)

Il gatto Palla ricompare ne Un luogo incerto, spalmato sulla fotocopiatrice. Conoscerà il puzzolente Cupido. E la gatta di Lucio partorirà a fatica dei gattini: sarà Adamsberg, il nostro eroe, a far nascere Charme, una gattina che segna il punto di svolta nell’inchiesta del Commissario.
391 pagine, finito in due giorni.
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