domenica 19 giugno 2016

Dopo mesi di latitanza

Eh sì, mesi. Eppure ne avrei di storie da raccontare, dei miei mici e di quelli altrui.

Comincio con una storia che mi ha fatto cadere dalla sedia (per le risate), ma anche versare qualche lacrimuccia. Ecco l'incipit, ma l'intera bio del gatto Paglianti la trovate al link in fondo al post.

Veniva di sua spontanea volontà alla stanza dove esco con i miei amici (un vecchio garage riadattato a stanza polivalente per vari bisogni del tipo cene/feste/relax) e in poco tempo diventò, come sempre succede, padrone di tutto. Aveva una poltrona tutta sua, noi gli compravamo da mangiare e lui ci degnava delle sue attenzioni. Gli avevamo dato anche un cognome, si chiamava Paglianti, e la domanda "alla stanza c'era anche il Paglianti?" diventò di uso comune.
Solo che questo adorabile gattone grigio dalla testa enorme e gli occhi gialli e malinconici, nonostante fosse docile e tranquillo come un vecchio, aveva ancora tutte e due le palle, e quando iniziò la stagione degli amori fecero sentire forte la loro presenza. Fisicamente era molto dotato, e per me fu facile immaginare che avrebbe dominato sugli altri gatti della zona diventando l'indiscusso ras del quartiere, ma mi sbagliavo. Iniziò ad arrivare alla stanza sempre sempre più malconcio. Prima zoppo, poi ferito, una sera non ce la faceva nemmeno ad alzarsi in piedi e il giorno dopo lo portai dal veterinario...

Paglianti al sole
Paglianti con il fez


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