domenica 2 febbraio 2014

Il ragazzo-cane

Ho appena finito di leggere questo libro:


Dimenticate la copertina, che non è rappresentativa della storia. La lettura mi ha completamente assorbita per qualche giorno, e, devo dire, anche una notte. Avevo interrotto perché a un certo punto bisogna pur dormire, ma il pensiero di Romochka e dei suoi cani mi inquietava profondamente. Mi sembrava una vicenda a tratti inverosimile, sebbene fortemente coinvolgente. Dal Libro della giungla al Ragazzo selvaggio di Truffaut, dal Ragazzo gazzella di Jean-Claude Armen a Kaspar Hauser il tema è affascinante e denso di implicazioni psicologiche e scientifiche. Chi ama gli animali, chi ha un profondo rapporto con loro, chi si interroga sui processi di domesticazione e sulle modalità con le quali uomo ed animale comunicano e interagiscono, non può non esserne colpito.
Sarete travolti dall'ansia, dal dolore, pagina dopo pagina.

Ivan Mishukov, il ragazzo-cane
Una breve ricerca sul web mi ha restituito, oltre alle foto di Ivan Mishukov, il dog boy del libro poi adottato, la storia dei ragazzi di strada di Mosca e le incredibili abitudini dei cani randagi: come racconta il libro, prendono davvero la metropolitana. 
Il mondo underground delle stazioni e dei treni è uno dei loro territori di caccia.










Ogni mattina, puntuali come orologi, salgono a bordo la metropolitana, iniziano la loro routine quotidiana nel caos della città. Questi sono i cani randagi che vivono nella periferia di Mosca e fanno i pendolari sui treni da e per il centro della città in cerca di cibo. Poi tornano alle periferie dove trascorrono la notte.
Gli esperti che li studiano dicono che di solito scelgono le carrozze più tranquille nella parte anteriore e posteriore del treno, e cooperano per assicurarsi di scendere alla fermata giusta, valutando il tempo del tragitto. Si pensa che il fenomeno sia iniziato dopo il crollo dell'Unione Sovietica nel 1990.
Il dottor Andrei Poiarkov dell'Istituto di Ecologia ed Evoluzione di Mosca ha dichiarato che i complessi industriali trasferiti dal centro della città alla periferia sono utilizzati dai cani senza casa come rifugi. Poiché le risorse di cibo abbondano nel centro della città, i cani hanno dovuto imparare come viaggiare in metropolitana.
Egli dice anche che hanno imparato a saltare sul treno secondi prima che le porte chiudano, rischiando di lasciarci la coda: ma lo farebbero per divertimento. E a volte si addormentano e scendono alla fermata sbagliata. "I cani hanno anche incredibilmente imparato ad usare i semafori per attraversare la strada in sicurezza", aggiunge Poiarkov. E usano astuzie per ottenere gustosi bocconcini.

Le drammatiche storie dei bambini senza casa in Romania e in Russia sono raccontate in documentari come questo, di Hanna Polak e Andrzej Celiński:



Il termine bomži usato per definire il piccolo Romochka significa “persona senza fissa dimora”.
Bomž è un neologismo derivato dalla definizione Bez Opredelënnogo MestoŽitel'stvo (Senza Fissa Dimora- fonte).

2 commenti:

RobbyRoby ha detto...

Libro da leggere.

rosi ha detto...

ne vale la pena! ma preparati a soffrire.