"A Istanbul tutti, dai più vecchi ai più giovani, hanno dei ricordi legati ai gatti della città. Sono parte integrante della nostra memoria collettiva. E normalmente tutti ammirano la libertà dei gatti, la loro capacità di andare dove vogliono. Fanno la loro comparsa nelle manifestazioni, nelle università; si avventurano in posti proibiti o pericolosi per gli uomini. E soprattutto i gatti concedono agli abitanti questa meravigliosa opportunità di affezionarsi anche solo per un momento a un essere che non li giudicherà e che non tirerà in ballo quei problemi che sanno minare le relazioni degli uomini tra loro (…) Volevo realizzare una lettera d’amore per Istanbul e i suoi gatti. Sapevo di poter immortalare la bellezza della città e questa è la mia personale forma di resistenza contro il regime.» (Ceyda Torun).
Lo vedrò domani!