Il più famoso dei gatti di Samuel Johnson era
Hodge, immortalato da James Boswell nella sua
Life of Johnson:
Non sarebbe giusto, a questo punto, passare sotto silenzio la predilezione che egli ha mostrato per gli animali che aveva preso sotto la sua protezione. Io non dimenticherò mai l'indulgenza con cui trattava Hodge, il suo gatto: per il quale egli stesso andava a comprare le ostriche, per timore che il personale di servizio seccato per quell'incombenza se la prendesse poi con quella povera bestiola. Io sono, purtroppo, uno di quelli che non hanno in simpatia i gatti, così che mi trovo a disagio quando in una camera c'è un gatto; ed io stesso ho spesso sofferto molto per la presenza dello stesso Hodge. Io lo ricordo un giorno che si arrampicava sul petto del Dr. Johnson, a quanto sembrava con grande soddisfazione, mentre il mio amico sorridente gli strofinava la schiena e lo tirava per la coda; quando feci notare che era un bel gatto, Johnson rispose, 'Certo è vero, ma io ho avuto gatti che mi piacevano più di questo;' e poi quasi accorgendosi che Hodge non era soddisfatto, aggiunse, 'ma questo è un gatto molto bello, davvero molto bello'.
Questo mi ricorda quel ridicolo racconto che egli narrò a Bennet Langton, riguardante la spregevole condizione di un giovane di buona famiglia. 'Quando ho sentito parlare di lui recentemente, mi hanno detto che andava in giro per la città sparando ai gatti.' Quindi in una sorta di benevola fantasticheria, si ricordò del suo gatto preferito e disse, 'Ma Hodge non sarà ucciso; no, no, Hodge non deve morire.'
Johnson comprava le ostriche per il suo gatto (nella statua di Hodge nel cortile antistante
la casa del Dr Johnson, 17 Gough Square, Londra, il gatto è ritratto appunto con un'ostrica). Nel XVIII secolo le ostriche erano un alimento a buon mercato. Johnson non permetteva che il suo cameriere andasse a comprare il cibo per Hodge, perché temeva che il cameriere, seccato per una tale incombenza, potesse prendersela con il gatto. Il letterato quindi andava personalmente a comprare il cibo per Hodge.
Sempre da Boswell sappiamo che Johnson andò ad acquistare della valeriana per alleviare le sofferenze del gatto quand'era in procinto di morire. Alla morte di Hodge, il necrologio fu scritto dal poeta Percival Stockdale in forma di elegia:
Who, by his master when caressed
Warmly his gratitude expressed;
And never failed his thanks to purr
Whene'er he stroked his sable fur.
[Hodge] che, quando veniva accarezzato dal suo padrone, calorosamente esprimeva la sua gratitudine, e mai mancava di ringraziare facendo le fusa, ogni volta che veniva accarezzata la sua nera pelliccia.
Davanti alla casa del Dr Johnson, in 17 Gough Square a Londra, fu posta nel 1997 la statua di Hodge modellata sul proprio gatto dallo scultore
Jon Buckley.
La foto del ritratto di Johnson è d
i Arborwin.