Questi i consigli che Luciano Onder, sedicente giornalista esperto di medicina e salute, ha suggerito a una giovane donna durante la puntata de I fatti vostri del 19 novembre su Raidue. L’ANMVI, l’Associazione nazionale medici veterinari italiani ha denunciato il fatto parlando chiaramente di “disinformazione scientifica e incoraggiamento all’abbandono degli animali”. L'Associazione chiede a RAI 2 una pubblica rettifica e che di prevenzione veterinaria parlino solo dei medici veterinari.
Il rischio di contrarre la toxoplasmosi in gravidanza dipende esclusivamente da comportamenti sbagliati assunti da una gestante non correttamente indirizzata verso la prevenzione dell'infezione.
Chi vive con un animale da compagnia, in particolare con un gatto, non farà altro che riservargli gli stessi accorgimenti raccomandati alla gestante stessa, come curare l'igiene ed evitare l'assunzione di carni crude o di verdure non ben lavate.
Ma chi è Onder? Laureato in Storia moderna nel 1965, è passato a programmi di informazione scientifica, ha collaborato con RAI Educational e conduce attualmente Medicina33. Nel programma incriminato, non ha fatto però informazione, ma terrorismo.
Ecco cosa consiglia Irene Cetin, responsabile dell’U.O. di ostetricia e ginecologia presso l’Ospedale Luigi Sacco di Milano, dal sito http://www.nostrofiglio.it
In primo luogo, per sapere se la mamma è immune alla toxoplasmosi si deve effettuare il toxo-test (anche prima del concepimento), un esame del sangue per rilevare la presenza degli anticorpi contro il toxoplasma. Se l’esito è positivo, la mamma può stare tranquilla e non occorre ripetere l’esame; se l’esito è negativo, il test va ripetuto a cadenza mensile, per verificare che la mamma non abbia contratto l’infezione. L’esame è a carico del SSN per tutta la gravidanza.
Nel caso in cui venisse accertata l’infezione, si deve capire capire se l’infezione è avvenuta quando la gravidanza era già in atto, ed eventualmente eseguire un’amniocentesi. Se la mamma ha contratto la toxoplasmosi, viene sottoposta subito ad una terapia antibiotica. “Ma la miglior cura è la prevenzione" dice Irene Cetin: fare mensilmente il test della toxoplasmosi.
La toxoplasmosi si può contrarre solo se si ingerisce il parassita, che può essere presente nelle feci del gatto, nella carne degli animali o sulle verdure. Se si vuole mangiare verdura cruda, è importante lavarla con cura, per asportare residui di terriccio, ed aggiungere nell’acqua di lavaggio un po’ di bicarbonato o di amuchina.
La carne deve essere consumata sempre cotta. Niente prosciutto crudo, salame, bresaola, speck. Dopo aver maneggiato carne o verdure crude, è sempre buona regola lavare bene le mani con acqua e sapone.
E i gatti? A scopo precauzionale si può, durante la gravidanza, far pulire agli altri membri della famiglia la sua lettiera o indossare i guanti e lavare le mani con sapone ed acqua corrente al termine delle operazioni di pulizia.
“Va specificato tuttavia che la sporulazione delle oocisti nella lettiera avviene circa 2-3 giorni dopo la deposizione delle feci, ad una temperatura ambientale di 24°C (mentre le urine non sono veicolo di trasmissione), pertanto il rischio di contaminazione viene notevolmente ridotto se la lettiera viene pulita ogni giorno” sottolinea la prof. Cetin. Insomma, una volta adottate le opportune precauzioni, non è assolutamente il caso di allontanare il gatto da casa!
Il video della trasmissione: