domenica 25 dicembre 2011

Giorgio Bocca e i gatti

Di Giorgio Bocca, partigiano, scrittore e giornalista, ricorderemo qui il suo amore per i gatti.
Disse tra l'altro: "sono debitore ai miei gatti di rare beatitudini."


Come non condividere questo pensiero?

Intervistato da lettera43 lo scorso aprile, lo scrittore viene descritto "seduto nella penombra della sua elegante casa al centro di Milano, con un vecchio pc di fronte e centinaia di libri intorno, così tanti che sembra che il Novecento sia lì a guardarti, severo e polveroso, tutto stipato in quegli scaffali che sovrastano ogni cosa: i quadri, i tappeti, il gatto, finanche il silenzio."

Da "Il viaggiatore spaesato", scritto nel 1996, qualche riflessione sui suoi compagni felini:

Di noi uomini i gatti hanno capito molte cose, se non tutte: sanno, da millenni, che con noi non devono mai darsi, ma farsi sempre corteggiare, mai girarsi quando l'umano li chiama, ma strusciarsi sulle sue gambe quando non se lo aspetta perché gli sia ben chiaro che loro gatti fanno quel che vogliono e, se l'umano lascia un cotechino delle Langhe incustodito, in un lampo lo afferrano. Da millenni il patto è questo: convivono, afferrano, divorano ma senza ombra di pentimento e questo piace al masochismo dell'umano. Quando hanno fame ti guardano come se fossi la Madonna, imploranti e magnetici, ma una volta mangiato si allontanano lentamente, di traverso. Non chiamate, non si degnano ...

Mi vogliono bene i miei gatti? Difficile dirlo. Ti arrivano di un balzo sul petto e ci si insediano come la sfinge, per l'eternità. Sì, forse mi vogliono bene, ma sempre dopo i loro desideri e gli scatti e gli scarti di belva domestica, che vive con gli umani senza rinunciare a nulla della sua naturale innocente ferocia ...

Non c'è nulla che abbia deciso di fare che tu possa cambiargli in quella testa. A volte sembra che ti stia dicendo: tu umano sei un po' fanciullesco, tu pensi che non sia più completamente un gatto, che abbia ceduto all'accasamento, a questo cuscino, morbido e caldo, alle tue carezze, ai giochi con le noci rotolanti sul pavimento, ma se di colpo mi fermo a guardare ciò che tu non vedi sono ancora un fascio di nervi, di istinti, d'imprevedibile follia.


Grazie a http://mazluc.jimdo.com/ per le citazioni.
La foto con il gatto è tratta dalla galleria pubblicata dal Corriere della Sera per commemorare la morte di Bocca.

3 commenti:

TU6BELLA ! ha detto...

Che bello questo pezzo che hai riportato!
Non sapevo che Bocca amasse tanto i gatti!
Questa descrizione calza benissimo alla mia gattina: io la considero mia, ma credo che lei non sia affatto d'accordo :-)
Passiamo tanto tempo insieme, alla debita distanza però, perchè non si è fatta mai toccare da me e non è mai entrata in casa.
Anche se siamo amiche, difende la sua libertà e io la rispetto perchè è un bellissimo ''fascio di nervi, di istinti, d'imprevedibile follia''! ^-^
Mi piace il tuo blog e ho deciso di seguirlo!

rosi ha detto...

grazie, e benvenuta!

rosi ha detto...

ho letto da qualche parte che uno degli amati gatti di Giorgio Bocca si chiamava Michelino!